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After Alice

  • alessandroonorato0
  • 5 gen 2024
  • Tempo di lettura: 4 min


Venice Beach è calda ma c’è aria di tempesta

Jack sta per sbatterci tutti fuori di casa

Deve andare in un retreat a disintossicarsi

Io gli dico che deve andare in una clinica non in un retreat

Midge dice che non capisco / lì mangeranno veg e soprattutto bio

Io dico che non bevo nessun vino bio

Lei dice che non ci sarà vino

Barbie dice che andrà con loro

Che faranno yoga e kundalini

Io m’incazzo e me ne vado

Ancora una volta sulla strada

A volgere la schiena a questa cazzo di LA

E a tutte le stronzate a cui si attacca la gente da queste parti

Convinti che qualcosa li salverà

A credere in qualsiasi cosa

Un cocktail di running e farina di lenticchie

Di coach motivazionali e finta arte d’intrattenimento

Mi lancio verso il deserto

A riempirmi occhi e narici di sabbia

A pochi chilometri dalla costa è tutta una discarica

Più si abbassa il livello delle persone più tutto diventa una merda

Il livello economico beninteso che il capitalismo ha vinto l’America ha vinto ma qua lo schifo rimane

Che poi pure noi ci siamo convinti che non ci si può salvare tutti insieme ma solo come individui

Noi inteso come… Non lo so, per la verità

La California è figa se sei sulla One O One o se guardi OC

Qua la cosa più figa sono i benzinai

Tengo tutto alle spalle

Davanti c’è solo deserto

Lontana, da qualche parte, l’Arizona

Lì in mezzo, Las Vegas

La radio mi passa musica ispanica e forse conviene tenerla spenta

Avanti

Avanti

Avanti ancora

Come mille anni fa quando attraversavo mezzo mondo al volante

La sera scende, premo l’acceleratore

Forse una pausa, poi lo strappo della Valle della Morte, che si frappone tra me e Sin City

Un bel Motel di merda – perfetto

Scendo

Una vacca mi dà il benvenuto con un Mu dall'accento del sud

I motel hanno sempre bar pessimi ma a buon prezzo

Poi alla fine una birra è una birra

Anche all'inizio

Entro

Sala vuota, bancone, Miller Light, una sorta di acqua pisciarella gialla fredda con vago retrogusto di birra

Dopo avermi servito il gringo torna a guardare il basket

Mi dice qualcosa sull'annata dei Golden State e mi risparmio di rispondergli

Mi volto

Alice

Dove cazzo l’avrà trovata quella giacca di pelle azzurra?

Perché ha un braccio tutto tatuato?

Ma soprattutto che cazzo ci fa qui?

-    Da quando bevi Miller Light? –

Non so cosa risponderle. Non la vedo da un po’. Era sparita, su due piedi non ricordo

-    Anche io prendo una di queste! –

Dice indicando il mio bicchiere

Gringo grugnisce, esegue e torna al basket

Beve

Beviamo

Come se fossero passate solo un paio di sere dall’ultima volta

Beviamo

E invece sono passati anni

Beviamo

Anni, amori, avventure, guaj, bordelli

Beviamo

Ne è passato di whisky sotto i ponti

Beviamo

-    E gli altri che fine hanno fatto? –

Le chiedo, con troppa leggerezza

Si rabbuia

-    W. Rabbit ha fatto causa ai Jefferson Airplane. Sai, per quella storia della canzone. Ha perso, vive in povertà. Mad Hatter è sotto meth, perso chissà dove. Gatto Cesare è morto. Perché così pochi di noi si sono tenuti in salute? –

-    In salute… Mi sembra un po’ eccessivo. –

Ride. Quant’è bella quando ride. Forse anche più di prima. Nonostante il dolore. O forse anche per il dolore. È un pensiero strano, ma cupo. Mi chiudo, un po’. Mi tiene vivo lei.

-    Ti ricordi la prima cosa che mi hai detto quando ci siamo conosciuti? –

-    Hai parlato prima tu. Szieget festival. Mi hai detto “Ciao, tu.”. E se svenuta.  –

-    Era una domanda trabocchetto. E tu cosa mangiavi? –

-    Pop corn, salati. –

-    Avrei tanta voglia di una manciata di quei pop corn, ora. –

-    Avrei tanta voglia di rivivere tutto quello. –

Mi chiudo di nuovo. Lei interviene ancora.

-    Anche io. Prima però eri meno triste. –

-    Non sono triste. Posso anche fare un po’ il pagliaccio, se vuoi. –

-    No, non lo voglio. –

-    Allora dimmi qualcosa di te. –

-    Beh, sei mesi fa sono morta. –

-    In che senso? –

-    Beh stavamo portando in scena Romeo e Giulietta, a New York, e ho pensato di avvelenarmi davvero per la scena finale. Dovevi vedere le loro facce, erano sconvolti. –

-    Come hai fatto a vedere le loro facce se eri avvelenata? –

-    Ho fatto fare un video. –

Me lo bisbiglia all’oreccio. Sento il suo odore. Quell’odore. L’occhio mi cade sulle gambe. Tentazione infinita. Vorrei toccarle. Lo faccio. Le rispondo all’orecchio chiedendo cosa sia successo poi.

-    Beh, mi hanno portato in ospedale, hanno decretato il mio decesso, poi in obitorio, dove mi hanno messo, tutta nuda, sul tavolo di marmo. –

-    Il tavolo di marmo? Che espressione è? –

-    Si usa in Inghilterra. –

Sembra distrarsi un momento. Poi prosegue.

-    A quel punto mi sono risvegliata di botto cacciando un urlo. Il cuore era ripartito, tutto era ripartito. Il droghiere aveva mantenuto la sua promessa. E ti dirò di più, lo spettacolo ha preso una recensione a cinque stelle. –

-    E la compagnia come l’ha presa? –

-    Hanno trovato un’altra troia. Come negli strip club. –

-    Sei sempre la migliore, cazzo. E mi sei mancata. –

-    Beh, dopo Lewis Carroll sono finita a spogliarmi, poteva anche andarmi meglio, no? –

-    Non lo so, non lo so… -

Ci perdiamo negli occhi l’uno dell’altro.

-    E tu che programmi hai? –

Mi chiede, mi spiazza.

-    Las Vegas. –

-    Oh, è un bel programma. –

-    Vuoi venire con me? –

Mi guarda. Ci perdiamo di nuovo. Mi colpisce con un piccolo bacio.

-    Andremo al Black Jack e tu berrai Jeam Beam con ghiaccio. Io distrarrò tutti e tu vincerai qualche soldo. Poi mi porterai a ballare. Poi a passeggiare tra Venezia e Parigi. Se tutto fila liscio finiremo a scopare in un motel, giusto? –

-    Pensavo di vincere abbastanza per permetterci quell'albergo di Una notte da leoni… -

Ride, mi mette una mano in faccia.

-    È un bel programma. Accendi l’auto, cow-boy, arrivo subito. –

Faccio come dice. Salgo in auto. Penso a che musica mettere. Roba rock. cinque minuti. Una sigaretta. Dieci minuti. Spengo l’auto, guardo i camion fermarsi. Quindici minuti.

Rientro

Chiedo al gringo al bancone dove sia Alice

Alice, la ragazza che era con me

È andata via in moto, un quarto d’ora fa

Esco

Di nuovo le stelle

Buona fortuna Alice

Rimetto in moto

Da quando hanno chiuso Wonderland è stato un disastro per tutti

Forse per quello corro verso Sin City

E dopo il Szieget, Gatsby, Londra, il Primavera, le teiere giganti, i tavoli di marmo, i palchi da spogliarello, i palchi di teatro, Apocalipsys, spero di rivederti ancora qui, nel mondo dopo il sipario, dopo Lewis Carroll, dopo Hiroshima e dopo un po’ troppa roba.

 
 
 

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